Facebook che ti ascolta ed ubbidisce: il riconoscimento vocale diventa social

Facebook che ti ascolta ed ubbidisce: il riconoscimento vocale diventa social

Il 05 gennaio 2015 Wit.ai , specialista del riconoscimento vocale, ha ufficialmente postato sul proprio blog la fusione con Facebook. La piccola Wit.ai aveva appena compiuto 18 mesi quando il colosso del mondo social ha deciso di acquisirla. Ma perchè Facebook si è interessato ad una piccola start-up? E perchè la notizia stà rimbalzando su tutti i siti di informazione?

Cos’è Wit.ai?

In questi 18 mesi, Wit.ai ha creato e sviluppato un’interessante piattaforma flessibile per il riconoscimento vocale. Inizialmente la tecnologia del riconoscimento vocale veniva utilizzata solo per le utenze diversamente abili, ma il successo di applicazioni come Siri (di Apple) ha dimostrato che ognuo di noi vuole poter dare ordini al proprio telefono o computer. Facebook ha colto l’interesse degli utenti e quindi ha pensato di assorbire la piccola ma potente Wit.ai.

La piattaforma di riconoscimento vocale sviluppata da Wit.ai è una serie di API (pezzi di codice precostituito) che ogni sviluppatore può includere nel codice della propria applicazione. Queste API si occupano di convertire le parole che pronunciamo in dati comprensibili da una macchina; spetta poi al programmatore decidere come utilizzare tali dati. Ad esempio, grazie a Wit.ai sono state realizzate applicazioni di domotica e tool di controllo vocale per robot. Altri interessanti progetti sono reperibili sul sito della community di Wit.ai.

Come Facebook utilizzerà il riconoscimetno vocale?

Le applicazioni per cui Facebook potrebbe sfruttare Wit.ai sono molteplici, ma le principali rimangono due:

  1. Analizzare per fini commerciali le conversazioni scambiate tramite la chat vocale di Facebook.
  2. Implementare i comandi vocali su Facebook.

La prima funzionalità porterebbe ovvi benefici agli introiti pubblicitari del social network. Infatti comprendere gli interessi dell’utente permette di personalizzare le pubblicità e migliorarne l’efficacia.

Invece la seconda ipotesi doterebbe il social di una nuova interessante funzionalità che potrebbe aumentare l’interesse delle nuove generazioni verso Facebook. Infatti le ultime tendenze vedono un calo nelle iscrizioni da parte degli under 30 e magari i comandi vocali potrebbero riavvicinare il gigante blu ad i giovani. Però se si considerano i moderni smartphone, la seconda ipotesi si dimostra poco utile. Gli iPhone, come pure i dispositivi Android, hanno già il riconoscimento vocale e quindi l’implementazione da parte di Facebook non è necessaria. Solo i computer otterrebbero dei vantaggi da questo sviluppo. Inoltre il vantaggio sarebbe limitato ai soli computer con Chrome, come dimostrato da questo sito che, sviluppato con Wit.ai, può funzionare correttamente solo con il browser Chrome.

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Pubblicato da DoDo

Sono Dodo lavoro nel mondo dell'informatica ed ho studiato all'Università MFN di Torino.

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