Non ci si può più fidare di nessuno. Anche chi dovrebbe proteggere la nostra privacy si lascia tentare e finisce per affondare le mani nel vasetto della marmellata. Infatti le indagini di PCMag e Vice/Motherboard beccano Avast mentre registra la nostra attività online tramite il suo antivirus gratuito: ogni ricerca, ogni click, ogni acquisto. Su qualunque sito, come riporta la stessa società. In seguito i nostri dati finiscono in mano all’azienda Jumpshot che li rivende alle multinazionali interessate.
GhostMiner non solo infetta il nostro computer ma lo “ripulisce” da eventuali concorrenti. Infatti si mette subito all’opera quando trova un altro malware già installato. Per prima cosa gli sega gambe e braccia. Poi infila la sua testa su una picca e la lascia a disposizione dell’antivirus… tutto pur di essere l’unico ad abbuffarsi di risorse.
In queste storie non vince nessuno e manca un vero lieto fine. Il cracker malvagio viene beccato con le mani nel vasetto del miele quando lo ha già svuotato per bene. I buoni hanno la soddisfazione di acciuffare il fellone ma subiscono un brutto danno. Sono 3 esempi di quanto sia importante prevenire le frodi informatiche per non dover piangere sul bottino rubato.
I malware as a service sono prodotti in software house specializzate ed hanno spesso dei kill switch interni di sicurezza utili per tenerli imbrigliati. Con un po’ di attenzione possiamo prenderne il controllo per prevenire le infezioni. Nell’articolo di oggi ne esaminiamo tre ed un caso pratico (il malware Anatova).
Qualcosa di strano succede se proviamo a visitare m5s.it. Finiamo sul sito ufficiale della Lega Nord. C’è un’operazione commerciale dietro a tutto questo…
Qualche volta in nostro antivirus residente ha bisogno di un aiutino per rimuovere virus, PUP e altro malware in modo definitivo. Ecco 5 programmi gratuiti e portabili da tenere sempre su una chiavetta USB per le emergenze