Facebook Reagisce a LinkTax e UploadFilter: “Sono Affari Tuoi…”

Facebook Reagisce a LinkTax e UploadFilter: “Sono Affari Tuoi…”
L’Europa tira fuori il nuovo copyright e Zuckerberg esegue la perfetta mossa Kansas City. Un’inversione di paradigma per prendere il controllo della situazione e trasformare lo svantaggio in occasione di crescita. A pochi giorni dal voto già vediamo quale sarà il futuro della piattaforma social.

In Pochi Giorni Facebook ha Ribaltato il Problema del Nuovo Copyright Europeo

Link Tax? Diventiamo Editori

Servono le licenze per citare gli articoli. Snippet e anteprime dovranno essere autorizzate dagli editori.
Link Tax
Articolo 15 (ex Articolo 11)
Al social basta riciclare un vecchio progetto del 2017: Facebook Journalism Project. Si tratta di una mano tesa verso gli editori tradizionali che faticano a trovare posto online. Facebook li invita a scoprire un pubblico abituato a snobbarli. Il patto è inevitabile. Il social potrà ususfruire di partnership ed autorizzazioni; gli editori avranno una piattaforma web dove esporre e monetizzare gli articoli. Inoltre ogni accordo stipulato è un potenziale ostacolo all’emersione di altre piattaforme di notizie come Google News o Apple News+. Se i concorrenti non dovessero stipulare rapidamente accordi simili a quelli di Facebook potrebbero trovarsi tagliati fuori dalle esclusive.

Upload Filter? Ci Pensino i Governi

Si acquistano le licenze per le violazioni del copyright che gli utenti potrebbero commettere. I contenuti caricati devono esser vagliati alla ricerca di violazioni di copyright. Sono esclusi da tale obbligo i siti con meno di 5 milioni di utenti mensili, satirici, critici o di recensione.
Upload Filter
Articolo 17 (ex Articolo 13)
Per risolvere il problema dell’UploadFilter Zuckerberg lancia la sua mossa Kansas City dalle pagine del Washington Post. Secondo Zuckerberg i social hanno troppo controllo sulle informazioni e devono intervenire direttamente i governi. In questo modo la responsabilità viene rimandata al mittente. Lo stesso ente che dichiara l’importanza del controllo viene chiamato ad eseguirlo.
E’ probabile che questa richiesta nasca anche da qualche difficoltà tecnica: i filtri di upload non sono tecnologia consolidata e funzionante. Neppure l’intelligenza artificiale può farcela. Basta pensare all’Iliade ed al fatto che in ogni momento possiamo scrivere sui social “Figlio di Troia” per riferirci ad Enea o ad una persona che ci stia particolarmente sulle scatole. Se i filtri non funzionano per le oscenità e lo spam, non possono funzionare per il copyright. Ci saranno sempre contenuti ritagliati, velocizzati, sfocati o ridisegnati. Si impiega meno tempo a rendere irrintracciabile un contenuto rispetto a quanto ne occorra per applicare un watermark. Sarebbe tempo di abbandonare il vecchio modello di copyright e iniziare a formare il pubblico sulle nuove tecnologie mentre le si usa per garantire gli introiti dei creators. Ad esempio utilizzando la blockchain per il copyright come progettato dai campioni del team italiano Cryptomice al Blockathon EU 2018.

Pubblicato da DoDo

Sono Dodo lavoro nel mondo dell'informatica ed ho studiato all'Università MFN di Torino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *