Google ormai è specializzata nel creare ottimi prodotti per poi distruggerli con pessime scelte estetiche e di marketing. Questa volta tocca al popolare browser Google Chrome: dal 2018 le Chrome App saranno supportate solo su sistemi operativi Google. In pratica non saranno più prodotte estensioni avanzate per sistemi oeprativi Windows, Linux e Apple.
Cos’è una Chrome App?
Le app sono sotto-programmi che aggiungono funzionalità al browser Chrome. Tra le Chrome App si possono trovare gratuitamente veri e propri programmi come ad esempio:
- GeoGebra Math App per l’apprendimentro dell’algebra.
- Arcane Legends videogioco MMO.
- Biodigital Human, un atlante anatomico del corpo umano.
Inoltre esistono anche Chrome App per la gestione rapida di tutti i principali servizi Google. Attualmente è possibile scaricare ed installare queste “aggiunte” dal Chrome Web Store, ma Goolge ha annunciato che dal 2018 intende fornire supporto solo per i ChromeBooks (i portatili con sistema oprativo Chrome/Google).
Cosa succederà?
Chi non possiede un sistema operativo basato su Chrome potrà continuare a scaricare le app fino a fine 2017. Nel 2018 verrà gradualmente interrotto il supporto per i sistemi oeprativi Windows, Linux ed Apple. Nel 2019 le Chrome App saranno a disposizione solo di chi possiede un Chromebook.
Perchè tagliare fuori Windows, Linux e Apple?
Eliminare il supporto per i sistemi oeprativi più diffusi non sembra una buona idea, ma dietro ci sono sia motivazioni ufficiali che di marketing. L’annuncio è stato fatto sul blog ufficiale di Chromium da Rahul Roy-Chowdhury (gran capo Product Manager) che ha fornito 2 spiegazioni principali…
1. Le Chrome App si dividono in due categorie principali: quelle che richiedono la connessione ad internet (hosting) e quelle che possono funzionare anche off-line (pacchettizzate). Le hosting, in realtà, sono utilizzabili tramite una pagina web senza bisogno di un’app apposita; ti basta visitare il sito del servizio ed utilizzarlo dal browser. Le pacchettizzate invece dovrebbero abbandonare la malsana idea di funzionare senza una connessione internet e comprarsi dei server dai quali far girare un servizio web.
2. Solo 1% degli utenti Chrome su Windows, Linux e Apple utilizza le app stand-alone… quindi, dato che è un sistema poco diffuso, tantovale limitarlo ulteriormente e relegarlo ad una nicchia di mercato.
Nell’annuncio viene specificato che il team di Big G è disponibile per la collaborazione con gli sviluppatori che dovranno adattare i loro prodotti entro il 2019 o rinunciare a diffonderli su Chrome.
Come entra in gioco Firefox?
Originariamente Chrome era una costola di Firefox ed il suo funzionamento ad estensioni ne è la prova. Ora che Google ha deciso di suicidare le Chrome App, i programmatori potrebbero decidere di continuare su Firefox e dimenticare il capricioso browser di Big G. Quindi gli attuali utenti Chrome su sistemi Windows, Linux e Apple potrebbero decidere di seguire le loro app preferite su Firefox. Un potenziale autogol del Product Manager di Chrome, ma allora perchè eliminare il supporto?
Spingere utenti verso Chrome OS
Probabilmente l’annuncio mira a spostare verso i ChromeBook parte degli utenti di Chrome. Nonostante Chrome non sia un opensource e abbia intensi consumi di RAM, è comunque il browser più utilizzato. Invece il sistema operativo di Chrome OS rimane un prodotto di nicchia. Riuscire a far passare verso ChromeBook parti degli utenti (e dei programmatori) di Chrome sarebbe un ottimo inizio per creare un quarto polo dopo Windows, Linux e Apple.