Il sito da un millione di dollari

Il sito da un millione di dollari

L’istruzione superiore costa. Ma nel lontano agosto del 2005 il giovane Inglese Alex Tew ebbe un’idea geniale per pagarsi il college: con 50 euro di investimento il ragazzo decise di intraprendere un esperimento, o forse una burla, e registrò l’indirizzo web www.milliondollarhomepage.com. L’idea era semplicissima, la home page del sito sarebbe stata un’immagine suddivisa in quadrati di 10×10 pixels per una superficie totale di un milione di pixels. Ciascuna area si poteva acquistare al prezzo di 1 dollaro a pixel. Il proprietario di ciascuna area avrebbe potuto esporre una propria immagine nei pixel acquistati e linkarla al proprio sito.

Sebbene Tew non fosse fiducioso di raggiungere il milione; l’impresa riuscì ed il ragazzo realizzò un guadagno persino superiore alle aspettative; infatti gli ultimi 1.000 pixel disponibili finirono all’asta su ebay e furono venduti per 38.100 dollari. Il guadagno totale divenne quindi di 1.037.100 dollari nel giro di un solo anno.

Ovviamente molti investimenti arrivarono grazie alla pubblicità gratuita che il progetto ricevette dai media tradizionali (giornali e televisioni). Una rapida verifica sul sito mostra che la maggior parte degli acquirenti furono siti di scam o casinò online.

Il colpaccio rimane comunque negli annali di internet per testimoniare le incredibili potenzialità economiche del genio umano applicato alle bubbole di internet. Ancora oggi è possibile visitare il sito e consultare la pagina commemorativa su wikipedia.

Accortosi che investire in internet era più renumerativo dello studio, Tew decise di aprire nel 2006 un secondo progetto del tutto simile; solo che nel nuovo sito (www.pixelotto.com) il costo per acquistare ogni pixel era ora di 2 dollari ma tra tutti gli utenti registrati al sito (gratuitamente) ci sarebbe stato un vincitore che si sarebbe pappato metà degli incassi.

E tu sei ancora all’università?

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Pubblicato da DoDo

Sono Dodo lavoro nel mondo dell'informatica ed ho studiato all'Università MFN di Torino.

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