Excel causa Errori nel 20% degli studi Genetici

Excel causa Errori nel 20% degli studi Genetici

Secondo un team di genetisti Australiani Excel ha compromesso gli ultimi 10 anni di pubblicazioni genetiche. Il 20% delle ricerche contiene errori causati dal correttore automatico del software Microsoft.

Cosa è successo?

Il Washington Post ha ripubblicato uno studio Australiano di genetisti preoccupati. Il 20% degli studi di genetica pubblicati negli ultimi 10 anni conterrebbe errori a causa di Excel. La formatazione automatica di Excel trasforma i nomi dei geni in date e numeri farsando il contenuto della ricerca e rendendo difficile il reperimento di informazioni. Questo avviene perchè i nomi dei geni sono spesso lunghi e complessi ed i genetisti adottano quindi un sistema di abbreviazioni che Excel non riconosce.

SEPT-2 non è una data!

Nella reportistica il gene Septin 2 viene abbreviato in SEPT2. La formatazione automatica di MS Excel interpreta l’acronimo come una data. Così SEPT2 diventa “2 Settebre”. Provare a correggere l’errore lo aggrava: eliminando la formatazione automatica il “2 settebre” diventa un numero intero. Inoltre tale numero non è sempre lo stesso: a seconda delle impostazioni del computer e della versione di Excel, “2 settembre” può diventare “42615”oppure “37500” od altro ancora. Dato che i risultati di questa deformazione variano, diventa difficile ricostruire quale sia il gene originale a cui ci si riferiva. Il problema si ripete uguale per altri geni come il MARCH-1 che diventa “1 Marzo”.

Come correggere l’errore di Excel?

Per gli studi già pubblicati negli ultimi 10 anni c’è poco da fare: occorre correggerli rapidamente. Se un ricercatore od un diagnosta dovessero cercare informazioni su “SEPT2” potrebbero non trovare i dati utili perchè nella pubblicazione compare la dicitura “2 settebre”. Il danno è consistente.

Per gli studi in corso la situazione è anche peggiore dato che MS Excel continua ad avere una pessima gestione della formatazione. Non è possibile disabilitare in modo permanente la funzione dannosa: i ricercatori devono fare attenzione elaborando i dati. Ma anche così potrebbe non bastare. Ad ogni nuova apertura dei file si rischia di innescare la formattazione automatica. Semplicemente aprendo il foglio di lavoro si potrebbero corrompere i dati.

La pubblicazione Australiana fornisce una nuova spinta verso l’abbandono di Excel in favore si soluzioni OpenSource e Free come Google Sheets. In questi programmi memorizzano i dati esattamente come inseriti dall’utente senza effettuare conversioni.

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Pubblicato da DoDo

Sono Dodo lavoro nel mondo dell'informatica ed ho studiato all'Università MFN di Torino.

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